"Un incontro casuale" di Alice Incorvaia e Giulia De Marco


 Era un tardo pomeriggio d'inverno e stavo passeggiando con mio nonno per il corso principale di Licata. Gli stavo raccontando della conferenza su Rosario Livatino a cui avevo assistito proprio quella mattina al Liceo Linares, quando improvvisamente si è presentato davanti a me un anziano signore, mi ha dato subito l'impressione di un uomo deciso e sicuro di sé, si è intromesso nella discussione su Livatino e quando mi ha detto che lui era stato amico del famoso giudice sono rimasta a bocca aperta! Non potevo crederci! Che coincidenza incredibile! Da giorni non facevamo altro che parlare a scuola del giudice Livatino e ora si materializzava proprio davanti ai miei occhi un suo vecchio amico! Così, su suggerimento delle mie prof, martedì pomeriggio io e la mia amica Giulia, accompagnate da mio nonno, siamo andate ad "intervistare" il signor Angelo Ballacchino. Ecco il ritratto che è venuto fuori dalle nostre domande. Livatino era detto "il giudice ragazzino" perché era un giovane magistrato, un uomo che ha fatto della chiesa e della giustizia i pilastri della sua vita. Per questo Rosario Angelo Livatino è stato proclamato beato da Papa Francesco. 

Angelo Ballacchino e Rosario Livatino si sono conosciuti un po' di tempo fa quando il signor Ballacchino faceva parte della Squadra Mobile di Polizia e Livatino era già un giudice. Livatino si distingueva perché lavorava sempre con serenità, alla ricerca continua della verità. Era un tipo molto solare e pieno di energia. Il signor Ballacchino ci ha raccontato alcuni dei processi condotti dal famoso giudice, in particolare ce n’è stato uno particolarmente emozionante. Un bambino aveva salvato la propria mamma incinta dalle grinfie di un rapinatore-killer che fingeva di essere un pittore. Il giudice era molto coinvolto emotivamente e le sue parole sono state proprio dure! Durante il processo, infatti, Livatino ha esclamato:" Questo processo non doveva svolgersi in tribunale, ma al cimitero, proprio davanti alla tomba del povero bambino defunto, perché lui potesse vedere in faccia il suo assassino!”

 E’ stato emozionante ascoltare le parole di un testimone che ha conosciuto personalmente il giudice! La sua storia ci ha affascinato, la storia di un uomo semplice, come noi, che credeva nella Giustizia e che ha sacrificato la sua vita proprio per lei!



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