"Intervista ad un soldato sopravvissuto alla guerra di trincea" di Chiara Santamaria (classe IIIC)


 A che età sei stato chiamato in guerra?

Sono stato chiamato in guerra all’età dei 15 anni e, come tanti miei compagni, venivo chiamato ‘’ragazzo del 99’’ .

Studiavi o lavoravi prima di andare in guerra?

Prima di andare in guerra lavoravo con mio nonno nei campi, avevo frequentato fin alla 5^a elementare; mentre mio padre era riuscito a diventare medico e mia mamma infermiera, loro curavano i malati negli ospedali di guerra. Amo tanto i miei genitori ma speravo vivamente di non rivederli per molto tempo, nonostante l’affetto. Li rividi quando ricevetti una pallottola nell’arto inferiore, la gamba destra per esattezza.

 Cosa hai provato quando sei stato chiamato alle armi?

Quando sono stato chiamato alle armi ho avuto tanta paura, la mamma era terrorizzata, in fondo ero solo un bambino. Quando io e quasi tutti i miei amici venimmo chiamati andammo tutti a fare la visita per entrare nell’esercito e dopo varie ispezioni ci arruolarono.

Com? era la vita in trincea durante la 1^a guerra mondiale?

La vita in trincea era un inferno, un vero inferno sulla terra. I malati erano raggruppati tutti pronti a morire perché soccorsi erano troppo lenti; i corpi lasciati lì ad aspettare la sepoltura che veniva fatta senza riconoscere i cadaveri, così che le famiglie non avevano nemmeno un posto dove piangere i propri cari; molti ragazzi che piuttosto di rimanere a combattere in mezzo allo sporco e al dolore preferivano commettere atti di autolesionismo. Quando venivi chiamato a combattere salutavi tutti i tuoi compagni di guerra perché non sapevi se li avresti rivisti. Se riuscivi a sfuggire al filo spinato dovevi pregare che arrivati faccia a faccia con il nemico non ti sparassero immediatamente. Ricordo quando persi quasi tutti i miei amici, il dolore provato e le lacrime asciugate da quei poveri stracci di cui vestivamo.

Come si combatteva?

Si combatteva per ore e ore, tutti insieme, correvamo superando i fossi e i percorsi in filo spinato che nascondeva lo schieramento dei soldati avversari, poi si arrivava al fosse più profondo e lì si doveva combattere faccia a faccia e non sempre si tornava vivi!

Quali armi utilizzavate in guerra?

 Venivano utilizzati dei fucili particolari molto pesanti, poi c’erano altri soldati che stavano ai cannoni che oltre a creare un impatto molto forte rilasciavano delle sostanze che se finite sulla pelle bruciavano tutta la cute.

Come ci si nutriva?

Non avevamo molto da mangiare, spesso ci arrangiavamo con delle bucce di patate e del misero pane azzimo. Per l’acqua l’unico modo era trovare qualche pozza e sperare che non fosse troppo infetta e sporca.

Come si dormiva?

In trincea purtroppo non c’erano posti caldi e comodi, ci si arrangiava spianando un po’ il terreno e si ci appoggiava… Appoggiava perché in trincea non si dormiva mai, restavamo in dormiveglia, un po’ per paura e un po’ per rimanere pronti ad eventuali attacchi.

Cosa si intende per stato di shock? Tanti dei tuoi compagni ne furono vittima?

 Lo stato di shock era causato dalla guerra. Qualsiasi tonfo, rumore o suono che potesse ricordare i campi di battaglia provocavano convulsioni, crisi epilettiche e reazioni strane. Chiunque era affetto da questo shock veniva chiamato ‘’scemo di guerra’’ e a volte non era creduto dalla gente.

Ti porti ancora la guerra ‘’dentro’’?

 Sì, tutto quello che abbiamo vissuto non si può dimenticare; la guerra ha segnato per sempre la mia vita e quella di tutti i miei compagni e avversari. E’ proprio per questo che si deve studiare, per non ripetere gli stessi errori.



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