"NARCISO E I SOCIAL" di Arianna Todaro (classe IIID)
Tra i miti delle antiche civiltà greche, quello che più mi ha fatto riflettere sulle tematiche attuali è quello di Narciso.
Era l’egocentrico figlio di un dio, che non corrispose l’amore della ninfa Eco, perché troppo preso dall’immagine della sua bellezza e per questo venne punito dalla Dea Nemesi, che lo fece cadere nel lago in cui lui amava ammirare la sua immagine riflessa nell’acqua.
Il mito della bellezza nel nostro mondo sembra essere predominante e condiziona il nostro modo di vivere; vedere la propria immagine sullo schermo del telefono o creare una nostra identità fittizia sui social, ci rende felici ma in un certo senso annulla la nostra vera natura.
Ci interessa più apparire che essere, non percepiamo la nostra vera immagine, ma una proiezione falsa di noi stessi, fatta di foto abbellite con filtri eccezionali. Viviamo una bellezza finta che ci porta alla solitudine con la conseguente incapacità di rapportarci con gli altri e di conseguenza diveniamo asociali.
Farsi accettare sfoggiando il proprio aspetto fisico è molto facile, soprattutto se il nostro aspetto viene migliorato o mostrato in parte, solo ed esclusivamente nei suoi dettagli migliori. Sarebbe auspicabile invece una società basata su rapporti umani, sinceri e veri.
Il confronto con gli altri non dovrebbe essere un momento di autocelebrazione, il web è pieno di Narcisi che non fanno altro che mostrarsi ed autocelebrarsi. Poi fuori dal web sono solamente fragili, soli, incapaci di vivere una vita reale!
Dovremmo capire, soprattutto noi giovani che abusiamo dei social, che la convivenza sociale e il vero confronto sono indispensabili per lo sviluppo e il raggiungimento della felicità, se no faremo la fine di Narciso: annegheremo nel lago nel tentativo di afferrare la nostra immagine riflessa!
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