"MITICO NICHOLAS" di Giuseppe Vecchio (classe I D)

Ciao Nicholas,

sono Giuseppe, un ragazzo di undici anni di Licata. Ti scrivo perché proprio in questi giorni mi sei venuto in mente, mentre studiavo il mito della rosa rossa di Adone ed Afrodite. Ti stai chiedendo a questo punto cosa c’entri tu con tutto ciò!? Adesso te lo spiego così potrai capire meglio!

La tua breve vita potrebbe essere raccontata, infatti, come quella di un mito, dove però l’eroe sei tu, un bambino di sette anni, che una sera, in auto, dormiva sereno, coccolato dalle voci della sorellina, di mamma e papà, per poi “risvegliarsi” in altre sette persone. Tu, bellissimo e giovanissimo come Adone, con tanti sogni ancora da realizzare e tante esperienze da fare, sei stato vittima di un atroce agguato: quella pallottola ti ha colpito alla testa mentre eri in viaggio con la tua famiglia per trascorrere le vacanze in Sicilia, come il cinghiale si è avventato contro il giovane greco durante una battuta di caccia. Sei stato pianto da tutto il mondo, ma soprattutto dai tuoi genitori, Reginald e Maggie, che, come Afrodite, hanno cercato in tutti i modi di salvarti. La dea si è punta tra i rovi di rose bianche per soccorrere il suo amato e dal suo sangue sono nate le rose rosse e da quello di Adone si sono generati gli anemoni. Zeus si è molto commosso dinanzi al dolore della dea, perciò, ha voluto regalare una nuova vita al giovane, ma a delle condizioni: doveva vivere quattro mesi nel regno di Ade, quattro in quello dei vivi con Afrodite e i rimanenti in regno a sua scelta.

I tuoi cari, come il re degli dei, hanno voluto dare anche loro un’altra possibilità di vita ad altra gente, donando i tuoi organi. Questo gesto ha così trasformato una tragedia in speranza di vita e questa loro scelta ha fatto aumentare le donazioni in Italia, grazie, appunto, a quello che è stato chiamato “effetto Nicholas”.

Caro Nicholas, come vedi, la tua morte non è stata inutile! Sai anche la mia mamma è diventata donatrice A.I.D.O.! Quando mi ha raccontato la tua storia, sono stato davvero male: non si può morire per sbaglio e così piccoli! Il mio pensiero va anche ai tuoi familiari che ammiro tantissimo, non solo perché hanno donato i tuoi organi, ma anche perché hanno voluto conoscere le sette persone che li hanno ricevuti e ad ognuno di loro hanno regalato un soldatino con cui tu giocavi in auto al momento della sparatoria. Ed erano sette come le persone che hai salvato! I tuoi genitori sono davvero eccezionali: non hanno provato mai rabbia e rancore per i tuoi assassini, anzi hanno dato una lezione di vero altruismo, di grande generosità e di smisurato amore! Per me sono un nobile esempio di umanità e di civiltà! Due persone straordinarie e, come te, dei miti dei nostri tempi: anche se soffrivano per la tua perdita, hanno permesso ad altri di tornare a vivere!

Sono passati ventotto anni da quell’1 ottobre 1994, ma ancora siete presenti nei nostri pensieri!

Donare significa altruismo e non si dona per avere in cambio qualcosa, ma perché da un evento doloroso si può regalare una nuova vita a qualcuno. E tu, con il gesto dei tuoi cari, sei diventato come la rosa rossa, il simbolo dell’amore capace di superare ogni difficoltà, il simbolo della vittoria dell’amore sulla morte e il simbolo della rinascita!

Grazie Nicholas!

Grazie Reginald e Maggie!

Con affetto Giuseppe




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