"IL MIO IDOLO A SANREMO" di Giulia Pregadio (classe III D)
Conoscete Paola Egonu?
E' la pallavolista più forte del
mondo, italiana di origini africane, alta un metro e novantatré, dal fisico statuario, molto sicura di sé, la soluzione a tutti i
problemi in campo!
E’ il mio idolo per tutto il
coraggio che dimostra e la sicurezza che trasmette in campo e non solo. Da bambina non amava lo
sport, un po' come me, ma solo perché non ne aveva mai praticato uno, così il
padre, stanco di vederla sempre con gli occhi sulla Tv, ispirato dal cartone Mila
e Shiro, le fece provare la pallavolo e da lì il cuore di Paola e la palla
diventarono una cosa sola.
Paola ha sofferto molto per questioni legate al razzismo a causa degli insulti ricevuti tramite i social sul colore della sua pelle; lei ha dichiarato di non essere sicura di volere un figlio, perché ha paura dei fenomeni di razzismo diffusi in tutto il mondo, e sostiene che se dovesse avere un figlio di pelle scura o mista lui non si sentirebbe mai a casa.
Egonu ama la pallavolo in modo
trasparente, così come si relazione con il mondo.
Perché la pallavolista a
Sanremo?
Paola Egonu è una delle grandi protagoniste del Festival, co-conduttrice della terza serata voluta da Amadeus, e grazie a lei anche lo sport in questi giorni è presente sul palco del teatro Ariston di Sanremo.
La grande schiacciatrice ha raccontato a Gianni Morandi la sua storia attraverso i
tatuaggi incisi sulla sua pelle: le due
bimbe di pelle diversa, che rappresentano lei e la sua migliore amica
Giuditta, la parola pazienza, dato
che lei ne ha poca, la parola Ikigai,
cioè il desiderio di trovare la propria essenza e le
radici tatuate sulle spalle che simboleggiano la sua patria.
Il mio idolo ha raccontato che da piccola era definita "ermetica" e che in seguito ha capito che un solo pensiero pronunciato diventava incontrollabile. I suoi genitori, per amore nei confronti della figlia, hanno rinunciato a lei a soli tredici anni, affinché
lei potesse intraprendere la sua strada.
Paola da piccola si chiedeva il
perché di tante cose… e diventando grande ha realizzato che la sua diversità è il
suo essere unica.
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