"La Costituzione "canta" a Sanremo" di Giuseppe Vecchio (classe ID)
Febbraio è il mese del
Carnevale, ma anche di Sanremo, cioè del Festival della canzone italiana che si
svolge ogni anno in questa città della Liguria, presso il Teatro Ariston, a
partire dal 1951. E’ una manifestazione molto importante e viene seguita
all'estero in diretta sia televisiva sia radiofonica. Non vi dovete
stupire se la conosco anche se ho solo 11 anni! Quando ero più piccolo ero
costretto da mia mamma e da mia nonna a vederla, ma da qualche anno mi sono
davvero appassionato perché tra i cantanti ci sono molti giovani che mi
piacciono.
Quest’anno mi ha subito colpito la prima serata
perché si è aperta con un momento di grande
commozione con il minuto di silenzio
per le vittime del terremoto in Turchia e Siria. Subito dopo
il cantante
e presentatore Gianni Morandi ha invitato tutto i presenti a
intonare con lui l'inno di Mameli, in onore della presenza in sala del
Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, seduto con la figlia Laura in uno dei palchetti laterali del teatro.
Mattarella è il primo Presidente a partecipare al Festival di Sanremo e questa è una bella novità. Ma il momento più
interessante, ma per me anche divertente, è stato quando è apparso sul palco l’attore
Roberto Benigni. Lui ha scherzato e ha fatto un inno alla Carta. Ha ironizzato
sullo strapotere dell’altro presentatore, Amadeus, e sullo stesso presidente: “Lei è al secondo mandato, Amadeus al quarto e ha
già prenotato il quinto, pensa di fare il sesto, il settimo. Mi chiedo: è
costituzionale? Presidente, bisogna fermarlo, è un colpo di stato, si è montato
la testa, vuole pieni poteri, sta organizzando la marcia su Sanremo si vuole
prendere tutto, è una dittatura".
Poi, dopo aver
ricordato l’importanza
della musica nella cultura italiana, è passato a parlare della Costituzione,
firmata il 27 dicembre 1947. Quest'edizione è particolare perché cade nel 75° anniversario
della Costituzione : “La Costituzione ha molto in comune con la musica
perché è un’opera d’arte”, ha detto, “È stata scritta in pochissimo tempo, è un
miracolo che i nostri padri costituenti abbiano scritto queste cose, hanno
fatto la Costituzione più bella che si potesse fare”.
La Costituzione è contro
l'oppressione e la violenza che c'era prima, ci dice che viviamo in un Paese
che può essere giusto e bello, che si può vivere in un mondo migliore. Pensiamo
all'articolo 11 “L'Italia ripudia la guerra”. Se lo avessero adottato tutti i
Paesi, non esisterebbe più la guerra sulla Terra”, l’Ucraina, ad esempio, non
sarebbe martoriata! Ha poi recitato il suo articolo preferito della
Carta, l’articolo 21.
Ha detto: “scritto con un linguaggio così bello che sembra scritto da un
bambino”, “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero”. L’attore l’ha definito questo articolo il “più importante,
l’architrave, il
più semplice e il più forte” e ha proseguito: “Prima, durante il ventennio
fascista non si poteva pensare liberamente e non si sarebbe
potuto fare neanche il Festival di Sanremo. Ancora oggi in alcuni Paesi le
persone vengono incarcerate solo perché ballano o cantano, non lontano da noi.
L’unica maniera di fare qualcosa per il futuro è avere il passato sempre presente
e ricordarci che quello che abbiamo può sempre esserci tolto”.
Ha rivolto anche un
pensiero a chi la Costituzione l’ha scritta: “I padri e le madri costituenti
hanno lasciato l'ultima pagina bianca, perché dovevamo scriverla noi, con la
nostra vita. E poi, rivolgendosi nuovamente al Presidente Mattarella: “Tra i
nostri padri costituenti c'era Bernardo Mattarella che è il padre del
Presidente, lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, possiamo dire
che la Costituzione è sua sorella”. Benigni ha concluso ricordando che questo è il nostro tempo di
agire: “La Costituzione è stata scritta ma deve essere attuata.
Non è solo da leggere, è da amare. Bisogna farla entrare in vigore ogni giorno.
È un sogno sì, ma abbiamo un vantaggio, i nostri padri costituenti ci hanno
tracciato la strada. A noi hanno lasciato una sola cosa da fare: far diventare questo sogno
realtà”.
C’è stata una meritata standing ovation per questo
inno, durato circa quindici minuti: tutto l'Ariston, compresi il Presidente e
la figlia Laura, ha applaudito il premio Oscar. Ed io che ero sotto le
coperte sul mio comodo divano, mi sono alzato ed ho applaudito tantissimo con
loro. L’attore ha fatto così “cantare” la Costituzione e per me è la “canzone”
più bella!
Grazie, Roberto
Benigni, per queste tue parole!
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