"La strana morte di Maddalena Ferreri" di Fabiola Antona (classe IIB)

 

Erano le 4:38 del mattino e il detective Richard ricevette una telefonata. Si svegliò di colpo e rispose subito. Era una chiamata da parte dei suoi colleghi, in cui dicevano che nella Villa Maddalena era stato trovato un foulard rosso a bordo piscina e quest'ultima completamente insanguinata. Non ebbe nemmeno il tempo di aprire gli occhi e subito una notizia così traumatizzante, lo sconvolse. Si alzò dal letto e si vestì frettolosamente. In nemmeno dieci minuti era già lì. La persona che aveva chiamato la polizia era il proprietario della villa, Enrico Esposito, in cui diceva di non trovare più sua moglie e di aver visto la piscina insanguinata. Il detective, dopo essere arrivato sulla scena del crimine, trovò l'uomo seduto su una sedia, pensieroso e preoccupato. I suoi colleghi, dissero che il proprietario non aveva ancora proferito parola, se non per spiegare l'accaduto. Richard cominciò ad esaminare il luogo del delitto e notò subito uno strano odore. Nel frattempo si fece giorno e il detective era ancora molto assonnato. Poi lui e il suo team se ne andarono in ufficio per discutere sul caso e gli indizi trovati. Mentre il detective sorseggiava il suo solito caffè delle dieci, arrivò una notizia sconvolgente. Il proprietario si era suicidato. Non si aspettava una notizia del genere. Dopo un quarto d'ora, la polizia era già lì. Il corpo era stato trovato sul retro della casa, nel giardino che Enrico curava con tanto amore. Non c'erano segni di violenza o colpi bruschi, solo un segno molto evidente sul collo. Adesso i casi da risolvere erano due. Nel frattempo si scoprirono molte più cose riguardanti la vita di Enrico e sua moglie. Questa infatti si chiamava Maddalena Ferreri  ed era una giovane modella che lavorava insieme al marito. I due erano anche abbastanza famosi nella provincia perché facevano set fotografici anche a persone molto importanti. Il detective Richard, chiese di far analizzare l'acqua della piscina e fu così che si accorse di un particolare molto importante. Sul fondo della piscina, c'erano delle feci. Chiamò subito i suoi colleghi per fargli notare la cosa. Analizzarono anche quelle e scoprirono che appartenevano a degli animali. Però, c'era un dubbio che tormentava il detective. Nel frattempo arrivarono anche le analisi dell'acqua. Conteneva DNA umano. Quello era il sangue appartenente ad una persona. Dopo molte altre analisi scoprirono che questo apparteneva proprio a Maddalena Ferreri e quindi si pensava fosse morta. Un'altra domanda affliggeva il detective: ma dov'era il corpo?. Richard, due giorni dopo, interrogò la madre di Enrico, che era stata lì qualche giorno prima per far visita al figlio. La donna fornì delle informazioni molto importanti. La più rilevante, fu un segreto di Enrico, che le aveva rivelato. L'uomo aveva comprato come regalo di compleanno per la moglie, dei coccodrilli domestici, che aveva intenzione di tenere proprio in piscina, perché diceva che questi erano "innocui". Una delle domande dell'investigatore era stata risolta. Le feci appartenevano ai coccodrilli. Il detective non era ancora soddisfatto. Voleva capire dove fosse il corpo della donna. Così, andò alla villa e ne fece tutto il giro. Non trovò niente. Però a pochi metri da lì vide qualcosa di strano. C'era una porta ed era in mezzo a tante piante molto alte. Non si avvicinò e chiamò subito i suoi colleghi per vedere insieme a loro ciò che nascondeva. Dopo l'arrivo dei suoi compagni, gli spiegò velocemente tutto e procedettero. Richard aprì la porta e dentro una piccola stanza c'era il corpo ormai a pezzi di Maddalena. Arrivò la polizia scientifica e poco più in là trovarono anche alcuni coccodrilli e subito capirono che si trattasse di quelli di Enrico, perché in quelle zone non c'erano laghi o fiumi. Vennero catturati. Il corpo venne esaminato. Anche quello di Enrico e l'unica cosa che i poliziotti trovarono vicino a dove era morto l'uomo, era una corda. Con quella infatti, secondo il detective, Enrico si era impiccato. Il detective interrogò i colleghi dei due e dissero di averli sentiti litigare. Il giorno della loro morte, i due dovevano andare a lavoro molto presto rispetto al solito. La donna, quel giorno, doveva indossare un foulard molto pregiato per una servizio fotografico, che però aveva scordato a casa. Enrico nel frattempo l'aspettava in macchina e non si era accorto che i coccodrilli non erano rientrati nella piscina la sera prima. Così, dopo che la donna scese le scale e chiuse la porta d'ingresso, un coccodrillo la trascinò fino alla piscina, dove poi morì affogata. L'uomo, dopo alcuni minuti, uscì dalla macchina e vedendo parte del corpo galleggiante di sua moglie nella piscina, decise così di nasconderlo nel suo luogo segreto e farla mangiare dai coccodrilli, per poi chiamare la polizia. Poi però, Enrico si sentì in colpa per ciò che aveva fatto e preso dal panico si impiccò. Questa è la ricostruzione del caso secondo il detective, che può avvicinarsi molto alla realtà. Enrico sapeva bene che tenere dei coccodrilli in casa non era legale, quindi anche per questo si sentiva molto in colpa. Dopo quasi tre settimane il caso era chiuso e il detective Richard fu finalmente soddisfatto del suo lavoro.

 


 

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