"TEMPLE GRANDIN E LA MACCHINA DEGLI ABBRACCI" di Giuseppe Vecchio e Flavio Pandolfi (Classe I D)

 

Il 2 aprile tutto il mondo celebra la GIORNATA MONDIALE della CONSAPEVOLEZZA sull’AUTISMO, voluta ed istituita dalle Nazioni Unite nel 2007 per promuovere, per sensibilizzare e per far conoscere tale disturbo. Qualche giorno fa, noi alunni della scuola secondaria abbiamo visto il film "Temple Grandin, una donna straordinaria", in occasione proprio della settimana dedicata all’autismo, che si ispira all’incredibile e vera storia di una ragazza autistica dotata di straordinarie capacità ed immaginazione. La storia inizia con la visita estiva di Temple presso il ranche della zia in cui adorava passare giornate intere in mezzo agli animali perchè si sentiva compresa da loro che “la pensavano come lei”. E proprio durante questo periodo ha ideato per la prima volta una macchina degli abbracci, capace di calmarla nei momenti difficili, dopo aver provato su se stessa una macchina che abbracciava le vacche per renderle più docili. Temple ha sempre capito di essere "diversa, ma non inferiore". A 4 anni non parlava ancora e i medici erano convinti che non ci sarebbe mai riuscita e durante l'adolescenza la madre ha dovuto iscriverla in una scuola privata per allontanarla dai coetanei che la prendevano in giro per la “parlantina” veloce e la temevano per i comportamenti aggressivi. I disagi sono aumentati quando è stata costretta a frequentare il College: le sue difficoltà relazionali e l’ambiente poco piacevole la rendevano più nervosa, agitata e ansiosa. E’ in questo momento che ha deciso di costruire la sua prima “macchina degli abbracci”, che stringeva e abbracciava entrambi i lati del suo corpo, facendola rilassare ogni volta che si sentiva tesa, visto che non sopportava il contatto fisico con gli altri.

Purtroppo la scuola non ha accettato che tenesse la macchina nella sua stanza: lei, grazie anche al sostegno della zia, ha dimostrato i suoi effetti rilassanti tramite una ricerca scientifica.

Sempre al College, incoraggiata dal professor Carlock, il primo che è riuscito ad entrare nel suo mondo e ad aver capito che vedeva "il mondo in modo diverso", ha progettato anche un sistema che permetteva alle mandrie di mucche, destinate al macello, di non soffrire troppo prima della morte. Temple Grandin stessa ha dichiarato: “La macchina mi ha permesso di imparare a tollerare di essere toccata da un’altra persona. Inoltre mi ha fatto sentire meno aggressiva e meno tesa. Ben presto ho notato un cambiamento nella reazione del nostro gatto nei miei confronti. Il gatto, che prima scappava da me ora rimane con me, perché ho imparato ad accarezzarlo con un tocco dolce. Dovevo consolare me stessa prima di poter dare conforto al gatto”.

 

Grazie inoltre a questo professore, si è laureata e poco dopo ha cominciato a lavorare in un ranch, dove ha migliorato le strutture delle vacche.

Il film è stato per noi molto interessante e coinvolgente grazie ai momenti emozionanti e commoventi, alle battute e alle situazioni umoristiche. Uno degli elementi che ha caratterizzato, ad esempio, il film è stato come Temple guardava le cose: lei pensava per immagini. Da qui ci sono state una serie di situazioni divertenti.

Abbiamo seguito e guardato con estrema passione la “singolare vita”, che ci ha fatto riflettere e capire che bisogna vedere e sentire oltre. Abbiamo avuto così la possibilità di “avvicinarci” ancor di più a questa disabilità molto complessa e particolare attraverso gli occhi, le emozioni e i pensieri della protagonista. Ci ha toccato molto la sofferenza della madre, quando ha cercato di spiegare al dottore che la teoria della “madre frigorifero” (che in quegli anni gli studiosi ritenevano come la causa dell’autismo), non fosse vera, visto anche il paragone con la seconda figlia. Oggi, a distanza di settan­t'anni, il disturbo dello spettro autistico è molto diffuso, ma fortunatamente, abbiamo più informazioni e ci sono più professionisti che si impegnano tanto per migliorare la qualità di vita e per garantire l’integrazione sociale delle persone con autismo.

Nutriamo grande stima nei suoi confronti che mai si è lasciata intimidire dagli ostacoli sociali e professionali, anzi ha trasformato il suo unico talento in uno strumento eccezionale, che ha rivoluzionato l'industria del bestiame e che poi le ha aperto la carriera di autrice, insegnante e sostenitrice dell'educazione sui disturbi dello spettro dell'autismo. Temple è stata sempre determinata, ha lottato con forza contro le incomprensioni, i pregiudizi, i rifiuti e l'isolamento causato dall'autismo in un'epoca in cui il disturbo era ancora sconosciuto. Lei era “ingabbiata” in una condizione, ma ha aperto la gabbia dei macelli, varcando porte immaginarie mentre soffriva la fobia di quelle scorrevoli! Per noi è un modello esemplare e una vera eroina perchè è riuscita a demolire l’idea dell'autismo come condizione inferiore e limitante. Lei ci ha aiutato a percepire l'autismo come condizione diversa, ma se adeguatamente valorizzata ed accettata, può permettere una vita persino straordinaria. Attualmente Temple Grandin è infatti una sessantenne americana con due lauree, una in Psicologia e una in Zoologia, un master in Scienze Animali, è una tenace attivista del  movimento in tutela dei diritti degli animali e delle persone con autismo. Inoltre, è ricercatrice e professoressa presso la Colorado University.

 

L'autismo non è infatti una malattia, ma un disturbo dello sviluppo della funzione cerebrale, non è un muro, ma una porta speciale e, se troviamo la chiave giusta e se abbiamo il coraggio di aprirla, si spalanca il cielo! Tutti quanti, come professor Carlock, possiamo entrare nel mondo degli autistici e ciò può avvenire solo capendo i loro disagi, donando loro felicità, affetto ed inclusione! Se proviamo a metterci nei panni delle persone con autismo, saremo in grado di comprendere i loro comportamenti “strani”. Non discriminate, ma integrate ed accogliamo!

 






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