"Il Venerdì Santo a Licata" di Chiara Caci e Giuseppe Vecchio (classe I D)
Ieri finalmente abbiamo partecipato ad una delle processioni più sentite dal popolo licatese assieme alla festa del nostro patrono, Sant’Angelo Martire. Sono trascorsi tre anni dall’ultimo Venerdì Santo e, personalmente, l’ho atteso con ansia e gioia, perciò ho voluto assistere a tutti i tradizionali riti della Settimana Santa, anche a quello del cosiddetto “giovedì notte”.
Il Venerdì Santo è forse la ricorrenza religiosa più attesa dall’intera città. E’ il venerdì che precede la Pasqua, in questo giorno i cristiani celebrano la passione e la crocefissione di Gesù Cristo.
Le funzioni della settimana Santa iniziano il venerdì che precede la domenica delle Palme con la processione della Madonna Addolorata. In questa occasione il simulacro percorre tutte le vie del centro in cerca di Gesù, con tantissimi fedeli scalzi in segno di penitenza e ringraziamento, il cosiddetto "VIAGGIU SCAUZZU". Il mercoledì si assiste alla processione ed esposizione del CRISTO ALLA COLONNA. La notte tra il giovedì e il venerdì santo alle ore 3 e 30 i confratelli di San Girolamo vestiti con smoking e saio e cappuccio bianco, cordoncino rosso, tenendo in mano una candela e paraluce rosso, preceduti dallo stendardo e da una croce, escono dalla Chiesa di San Girolamo, situata all’interno del quartiere Marina, e incamminandosi lungo le vie del centro storico e all'urlo di Misericordia portano a spalla il corpo di Gesú, adagiato in una lettiga e coperto da un telo seguito dalla Madonna Addolorata. Giungono quindi al Calvario recitando la via Crucis e le preghiere. Solo all'alba i due simulacri si dividono: il Cristo entra nel palazzo La Lumia,e la Madonna nel Santuario di Sant'Angelo, dove aspetterà fino al momento della Giunta con il figlio che avverrà nel pomeriggio alle ore 14:00.Mentre al mattino a partire dalle 10, possiamo vedere la rappresentazione vivente della Passione di Cristo nella parrocchia di Loreto.
Alle ore 13:00 ha inizio la processione del Cristo Crocifero, ovvero u Signuri ca cruci ‘ncoddu. I confrati sono eleganti con smoking nero, camicia e cravattino a farfalla e guanti bianchi. Dopo circa un'ora, uno squillo di tromba annuncia l'attesissima "Giunta" con la Madonna, che alla vista del figlio corre per abbracciarlo. E’ uno dei momenti più toccanti dell’intera Commemorazione, scoppia un boato e la folla si apre lasciando spazio all’avanzare della Madre Santa che corre incontro al figlio catturato per essere crocifisso. Altro momento toccante, appunto, la crocefissione, seguita da preghiere e dalla visita di tutte le Associazioni religiose che porgono il loro omaggio a Gesù e alla Madonna Addolorata, sistemata ai piedi della Croce.
Ma ciò che quest’anno ha
colpito maggiormente i presenti e non solo (la processione è trasmessa in
diretta dalla rete locale) è stato il discorso, o meglio, l’omelia-appello del
Vicario Foraneo, don Tommaso Pace, pronunciato proprio sul calvario.
“Facciamo una preghiera
al Signore: serve essere curatori amorevoli di una città bellissima ma ferita,
bisognosa di personalità vere e di servi premurosi, il cui vero interesse sia
il bene di uomini e donne di questa città. Signore, perdonaci per avere
sporcato le vie della nostra città, rendendola una discarica a cielo aperto,
perdonaci se per incuria o per ignoranza e disamore abbiamo lasciato
deteriorare il patrimonio architettonico secolare e per aver fatto ingurgitare
al nostro mare elementi pericolosi per la nostra stessa salute”. Il sacerdote
ha evidenziato la condizione nella quale versa la nostra città, per cui ha
voluto chiedere perdono al Signore per tutte le volte in cui non è stata usata
misericordia verso gli altri e verso l’ambiente da buona parte della comunità
licatese, colpevole infatti di disamore,
di incuria e di inerzia. In pochi minuti le immagini e i video invadono il web,
suscitando approvazioni ma anche polemiche. Qualcuno ha ritenuto questa
discorso inopportuno ed inappropriato, non adatto al momento cristiano che i
fedeli stavano vivendo. Io l’ho ascoltato attentamente e non capisco le
polemiche. Don Pace ha voluto approfittare secondo me di questo momento di
raccolta e di presenza numerosa di fedeli per scuotere le coscienze per indurle
alla riflessione, al pentimento e al senso civico. Il buon cristiano non è solo
chi santifica le festività, ma anche chi si nutre di rispetto, educazione, buon
senso, collaborazione nei confronti di tutti e tutto. Spero sinceramente che i
licatesi abbiano ascoltato le sue parole e abbiano capito il suo messaggio.
La sera i confrati, che indossano il saio bianco, si ritrovano nella chiesa di San Girolamo da dove ripartono in processione con la bellissima urna che accoglierà il Cristo morto. I confrati fanno lo stesso percorso di prima e alle 20:00 arrivano al calvario per la deposizione del Cristo. Altro momento toccante e di raccoglimento. La processione si snoda poi fino alla chiesa del Carmine, dove il Cristo viene accolto dai fedeli in preghiera e dal canto del Coro Polifonico. Poi il ritorno verso la propria chiesa dopo avere effettuato un’altra sosta all’interno della Chiesa Madre e infine fare rientro nella chiesa di San Girolamo.
Ho ammirato tantissimo
la resistenza e la pazienza di chi ha portato a spalla tutte i simulacri,
ovvero le confraternite, elemento essenziale e portante dei riti della Settimana
Santa. Vedere, vivere e potere scrivere del Venerdì Santo a Licata è stato per
me una bellissima e costruttiva esperienza perchè mi ha dato la possibilità di
ripercorrere sia la nostra storia sia la nostra tradizione.
Oltre alle tradizioni religiose, abbiamo anche molte tradizioni culinarie pasquali diverse in ogni regione. Ecco alcuni dei piatti tipici che si preparano a Licata per il Venerdì Santo: i muffuletti con tonno e anciova (acciughe) che sono dei pani speciali impastati con farina, lievito, sale, cannella spezie e semi di anice. Un tempo si mangiavano solo per le feste, poi solo di giovedì... oggi si trovano tutti i giorni. Ma anche la pasta a milanisi con sarda e finucceddru rizzu(finocchietto selvatico),sugo di pomodoro, asparagi, chiodi di garofano e pangrattato rosolato in padella.
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