"La musica nel sangue" di Carla Amato (classe IID)
Da due anni frequento la scuola media ed in particolare l' indirizzo musicale della mia scuola e studio pianoforte. Quando il primo anno incontrai per la prima volta il mio professore, sapevo già suonare, leggere il pentagramma e comporre scale. Dopo metà anno avevo intenzione di abbandonare il corso, i compiti iniziavano a crescere e i brani erano sempre più difficili. I bicordi si trasformavano in accordi e la confusione nella mia testa regnava sovrana. Anche se barcollando, riuscii a frequentare le lezioni individuali e d'insieme. Ma poi arrivò il 30 maggio, il giorno in cui la nostra orchestra avrebbe partecipato ad un concorso. Partimmo da Licata e arrivammo a Gela con l'autobus. Fu letteralmente mezz'ora di panico. Nonostante ci tremassero le mani, su quell' autobus, non mancarono le chiacchiere, i gossip ed i pettegolezzi. Appena arrivammo a Gela l' ansia s'impossessò di noi. Iniziammo suonando il brano d'orchestra e magicamente arrivammo 2^ su 23 scuole!!!Non ci potevamo credere, la nostra Francesco Giorgio 2^ su 23. Poi arrivò il turno dei brani a 4 mani, ovvero due persone sulla tastiera di un pianoforte. Speravo ardentemente che i miei errori potessero essere coperti dai suoni gravi della mia compagna. Ma quando arrivò il momento del brano solistico entrai in crisi, mi tremavano i denti, le gambe e le braccia. A malapena riuscii a dare un senso al brano, sbagliando quasi tutto. Ma alla fine ci fu la ciliegina sulla torta. In breve, m'inceppai in un'alternanza FA-RE-MI-DO, che mi portò a concludere il brano nella peggior maniera. Ma sono fiduciosa, quest'anno m'impegnerò di più e farò bella figura! Passai tutta l'estate a ripetere a mia madre di eliminarmi dal corso di pianoforte, ma per fortuna non mi diede retta, perchè quando vidi la nuova professoressa di pianoforte, me ne innamorai. Certo, non nel senso che mi ci volevo fare fidanzata, ma intendevo che aveva tutte le caratteristiche che, secondo me, dovrebbe avere una professoressa "perfetta". Simpatica, brava, gentile, lascia pochi compiti, ma efficaci. E se per una volta non riesci a fare una scala perchè sbagli un diesis o un passaggio, non ti fa la ramanzina, ma ti raccomanda di studiarlo meglio per la prossima volta. Nel pianoforte io trovo una forma di libertà di espressione. Quando sono arrabbiata e non so con chi prendermela, sfogo tutta la mia rabbia su quei poveri tasti, che torturo, talmente li premo forte. Per me il pianoforte rappresenta tre quarti della mia vita, non saprei farne a meno. Molti mi dicono: " MA CHE CI TROVI DI BELLO NEL PREMERE DEI TASTI BIANCHI E NERI?". La musica o c'è o non c'è, se non si nasce con la musica nel sangue che ti scorre nelle vene è quasi impossibile riuscire a suonare con quella passione e quella contentezza di eseguire il brano correttamente e di trasmettere emozioni alle persone che ti ascoltano. Se non si nasce con la musica nel sangue non si può mai avere orecchio assoluto. Se non si nasce con la musica nelle vene, possiamo suonare correttamente tutti gli strumenti del mondo, ma non lo faremo mai con la passione che ci mettono le persone con la musica dentro.
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