"Un tuffo tra i libri antichi" di Viola Profeta (classe I E)

 

Nonostante mi sia sempre aggirata in quella zona della scuola, non avevo mai scovato quella ”stanza”, sino ad oggi: quest’ aula di cui parlo non è come può sembrare solo una vecchia e silenziosa camera, è molto di più! Si tratta di una biblioteca abbastanza particolare, che stamattina sono andata a visitare con i compagni di classe accompagnati dalle professoresse; è costituita da libri antichissimi, anzi meglio dire manoscritti, poiché la maggior parte di questi risale al XVI secolo circa.

Sembra assurdo che dopo tanti secoli siano arrivati fino a noi in discrete condizioni!  Molti di questi raccontano della storia di Licata e sono scritti in lingue antiche come il latino, il greco e non solo.

 Al fondo antico lavorano professionisti come il Dottor Angelo Mazzerbo che, con la sua unica simpatia, ci ha parlato di un sacco di argomenti inerenti ai libri e all’antichità. Due argomenti, però, mi hanno colpita maggiormente: il significato del simbolo “bluetooth” e  le opere del grande Gaetano De Pasquali, che come sappiamo è la persona che ha dato il nome alla nostra scuola. Parlando del primo argomento, il responsabile del Fondo Librario Antico ci ha spiegato che  questo simbolo non è un segno grafico strano, inventato casualmente, ma indica le iniziali del re scandivano Harald Blatand, che governava tanto tempo fa. Questo re è riuscito ad unificare molti popoli, così come ai giorni nostri il bluetooth mette in contatto i dispositivi di chi lo attiva. Le iniziali del re, nell’alfabeto runico, messe assieme formerebbero, appunto, questa icona.

 Successivamente argomentando su De Pasquali, il professionista ci ha accennato della sua storia. Principalmente, ci ha detto che nacque nel 1818 e all’età di 84 anni, nel 1902, morì. E’ stato poeta, giornalista, magistrato, deputato. Noi alunni abbiamo potuto toccare con mano le tragedie dello scrittore. I manoscritti risalivano a metà del 1800 e ne ho letto qualcuno come il Duca Alessandro, Le ore malinconiche e L’Emigrato e la Spia. Questa esperienza o, come piace chiamarla a me, “avventura” è stata entusiasmante e ne sono rimasta affascinata, perché alcune cose sembravano scontate ma non lo erano affatto.  Ringrazio vivamente le mie professoresse e il dottor Mazzerbo per questo “tuffo” nei libri antichi che  rimarrà per sempre impresso nella mia memoria.









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