"L'URLO DEL SILENZIO" di Sofia Giannone (classe IIIE)
Giorno 23 gennaio, noi ragazzi
delle classi terze della secondaria siamo andati, accompagnati dai nostri
professori, al teatro Metropolitan di Catania per vedere il Musical “L’Urlo del
silenzio”,
in vista della “Giornata della Memoria” in ricordo del genocidio degli ebrei. Lo spettacolo, messo in scena da un cast d’eccellenza di attori, cantanti
e ballerini, è stato molto toccante e originale; l’autrice Lilia Romeo che ha
curato anche la regia è stata molto brava perché ha usato tutte le possibilità
espressive che solo il teatro poteva offrire: lo scenario, cioè la
visualizzazione dei luoghi infernali, le pantomime dei deportati disumanizzati,
il gioco delle luci, i dati auditivi e corali come i rumori, le urla, gli
insulti, l’infernale confusione delle parole, tutti elementi scenici capaci di ampliarne
la violenza e la forza universale. Un’universalità trasmessa anche attraverso
la presenza di un coro destinato a rivolgersi allo spettatore che, mentre
assiste alla tragedia che si svolge sotto i propri occhi, riceve ad
intermittenza il messaggio di orrore e riflessione attraverso la recita dei
brani più importanti di grandi, come Primo Levi, Charlotte Delbo, HelieWiesel e
Anna Frank, messi insieme da una storia verosimile scritta dall’autrice, che fa
da collante rendendo ancora più emozionante il racconto. Gli artisti ci hanno
raccontato la sofferenza ed il profondo dolore dei milioni di deportati,
tramite lo schermo teatrale. Nella parte iniziale è stato
proiettato sullo schermo un treno in arrivo, che era diretto ad Auschwitz, e
dei ragazzi hanno recitato trasmettendo paure e terrore per quello che stava
accadendo. Successivamente è entrata in scena una donna che aveva perso il
proprio figlio e lo stava cercando, è stata presa per pazza. Poi sono apparse
Anna Frank e Kitty, il suo diario, che sono state sequestrate dai tedeschi e
portate via. Verso la fine ha recitato una donna ebrea che è stata violentata
da un soldato tedesco perché lei gli aveva chiesto se l’avesse potuta
risparmiare, poi le ha sparato. Lo spettacolo si è concluso con il brano Che
sia benedetta di Fiorella Mannoia. Il
testo è un inno alla vita e invita a rialzarsi dopo ogni sconfitta
come hanno fatto gli ebrei tempo fa. Tutti prima o poi inciampiamo: a volte
spunta un sentiero impervio, una salita improvvisa ed è facile condannare la
vita per ogni ritardo a cui non sappiamo dare una spiegazione. L’invito è combattere
ogni giorno per ricostruire e difendere quegli spazi di vita resi impraticabili
dal dolore. Non è mai troppo tardi per ripartire.
Dopo lo spettacolo i professori ci hanno portato al McDonald
e poi in giro per i negozi di via Etnea. Quando sono ritornata a casa ho
rivisto nella mia mente ogni scena del musical e come gli attori, piccoli e grandi, sono riusciti a farci riflettere sugli aspetti ancora
attuali del razzismo e dell’intolleranza per le diversità. Credo che sia
possibile costruire un futuro migliore che poggia sui valori della pace, della
giustizia, della tolleranza e dell’intercultura.
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