"Nell'Ade come Ulisse" di Viola Profeta (classe IE)

 

Se avessi l’opportunità di scendere nell’Ade, cercherei subito due persone: mia nonna e la piccola Miryam. Non me ne andrei da lì senza lasciar loro l’ultimo saluto, cosa che non ho potuto fare quegli ultimi giorni.

Sarei veramente felice di rincontrarle, senza dolori e in pace assoluta. Secondo me, ovunque siano, si saranno incontrate almeno una volta; credo anche per mezzo di Miryam, che era una grandissima chiacchierona! Aveva una grande intelligenza, tant’è che grazie a lei scoprii che il doppio di 9 non è 16, come pensavo da piccolina. Mi ha toccato molto la sua storia, beh in effetti è suggestiva anche non conoscendola di persona, ma per me lo è stato ancora di più, in quanto la maestra un giorno mi ha detto di spostare tutte le mie cose per metterle accanto a lei. La osservavo sempre, ogni singolo giorno, pensando che forza che deve avere una bambina di 8/9 anni che convive con una brutta malattia. Non scorderò mai tutte le sue parole, la sua voce, i suoi consigli, tutti i momenti passati assieme, come quando mi insegnò a fare i palloncini con la gomma da masticare, cosa che io e Samuele non sapevamo creare. Lei era un anno più grande di me, ma saggia di suo. Me la immagino a parlare con mia nonna, si saranno di certo trovate!

 In quanto a quest’ultima, aveva un carattere simile alla piccola Miryam: forte, furba, gentile con chi voleva. “Maledetta la mia schizzinositá!” Lo penso ogni volta che ricordo le cene di famiglia, dove cucinava mia nonna. Preparava piatti “pesanti” che ad una Viola schizzinosa di sette anni non piacevano tanto. A pensarci adesso, se avessi saputo che sarebbero state le ultime cene con i mei parenti materni, avrei mangiato tutto in un sol boccone!

Nonna, Miryam, penso sempre a voi e spero che queste parole vi arrivino tramite Dio o chi lo sa…Ade. Mi dispiace aver dovuto usare l’imperfetto troppo presto con voi.



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