"PRIMO CAMPO DA GUIDA" di Carla Vittoria Amato (classe IID)
Da poco sono passata in reparto, e dopo sei anni da
lupetta, direi che ci sta! Ma non avevo mai fatto un campo dove i capi reparto
non ti lavano le posate o la tazza per la colazione. Non avevo mai fatto un
campo dove devi fare cinquanta metri a piedi, in salita con pioggia e grandine
sui ciottoli e con lo zaino da campo e lo stuoino pieno zeppo d'acqua, che
appesantisce ancora di più il tutto. Per tre giorni ci siamo dovuti separare
dai nostri amati telefoni, ma ne è stravalsa la pena, lo farei altre mille
volte perchè mi sono divertita un sacco!!! Il primo giorno siamo rimasti nel
convento dove alloggiavamo a fare attività al chiuso, come ad esempio
esercitarci sul codice mors, finchè non abbiamo trovato una chitarra buttata
per terra in uno stanzino, era tutta impolverata e scordata, ma con l'aiuto dei
capi siamo riusciti a farla tornare come nuova... più o meno. Una volta
sistemata la chitarra ci siamo messi a suonare e cantare canzoni scout come:
Danza la Vita, Un Sogno Fatto di Passi, Servo per Amore e tante altre. E come
da rito non è potuta mancare Alba Chiara. Esperienza bellissima!!! Il secondo
giorno siamo andati a fare Civitas, che consisterebbe nell'importunare dei
vecchietti per strada o nei bar-tabacchi e chiedere informazioni in più sul
posto, come ad esempio piatti tipici, se ci sono posti storici, oppure delle
persone conosciute in paese, come ad esempio a Licata c'è Dogy Dogy, lì a
Cammarata c'è Stefano Cairone o Pasqualino Barbas. Poi mentre eravamo
tranquilli a fare civitas con le squadriglie, ha cominciato a grandinare. Ma
non era mica una grandine piccolina. Superava abbondantemente il diametro di
una moneta di due euro!! E ce la siamo beccata tutta in testa! Ma per gli scout
non esiste il brutto tempo, ma esiste il giusto equipaggiamento, infatti
eravamo tutti imbacuccati... o almeno gli altri erano imbacuccati, io non avevo
portato nè la sciarpa, nè il cappello, nè i guanti, nè tanto meno la
calzamaglia, infatti sono sicura che a breve mi verrà qualcosa. Per nostra
fortuna abbiamo trovato un bar dove lavoravano delle gentilissime persone che
ci hanno fornito dello scottex per asciugarci i capelli e la faccia, chè
sembravamo appena uscite da Sommatino! Da lì a breve ci sono venuti a prendere
con la macchina i capi, e siamo tornate in convento VIVE!!! Poi quella sera
siamo andate in Chiesa per le Lodi all'Epifania ed abbiamo incontrato Suor
Giuseppina e Suor Nella, due simpaticissime suore che ci hanno ospitato questi
tre giorni. Una delle cose che non sono cambiate dai campi dei lupetti, è che
siamo rimaste sveglie insieme a Chiara, Maja, Alba, e Sofia fino alle 4:30
circa del mattino. La cosa non tanto bella è che l'indomani ci siamo dovuti
alzare alle 7:30 per fare verifica e tornare a casa a Licata. Alla fine siamo
riusciti a fare tutto per le 11:00 e verso quell'ora ci siamo messi
sull'autobus. Però prima abbiamo dovuto fare l'ennesima discesa sui ciottoli
scivolosi con lo zaino che a momenti pesava più di me. Incredibile ma vero,
siamo arrivate a Licata senza nessuna frattura scomposta!!! Però vorrei aprire
una piccola parentesi: dormire in un convento di suore dopo aver visto The Nun
II non è stata una bell'esperienza! Ma tralasciando questo piccolo dettaglio,
adesso che sono a casa mentre scrivo questo testo, mi sento un vuoto dento. Vi
starete chiedendo perchè? Perchè mi manca il campo, mi mancano i rumori
terrificanti della stufetta elettrica che nel cuore della notte ci facevano
saltare in aria, mi mancano Suor Giuseppina e Suor Nella, mi manca la grandine
negli occhi, mi mancano le urla dei rimproveri dei capi, mi mancano quelle
dannate salite che mi hanno fatto scivolare 782 volte, mi mancano i gossip
delle 04:00 del mattino, mi manca Chiara che mi tartassa per accompagnarla in
bagno, mi mancano le canzoni accompagnate dagli accordi della chitarra, mi
mancano i calzettoni bucati di Niccolò che hanno fatto ridere tutto il reparto,
mi manca la voce intonatissima di Marco che ci svegliava il mattino cantando
"Al Chiaror del Mattin", mi manca la puzza terrificante di piedi che
c'era nella stanza dei maschi, mi mancano le risate che ci facevamo durante le
lodi quando Luigi sbagliava a leggere, mi manca il conto alla rovescia poco
prima che arrivassimo a Monserrato, ed al sol pensiero, mi scendono le lacrime!
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