"Con gli occhi di Sara" di Fabiola Antona (classe IIIB)
CON GLI
OCCHI DI SARA
L’ 8 aprile, il nostro Istituto ha avuto l’onore di ricevere
la visita di Davide Faraone, uomo politico ma anche scrittore del libro “Con
gli occhi di Sara”; pertanto, in questi ultimo giorni abbiamo avuto modo di
leggere in classe ed a casa, alcuni estratti del suo romanzo.
Questo libro a parer mio è stato molto emozionante. Non mi
ero mai chiesta cosa significasse vivere con l’autismo o essere una persona
autistica, ma solo adesso ho capito che, in realtà per chi la vive
quotidianamente, è normalità. Il capitolo che mi è piaciuto di più riguardo al
libro presentato da Davide Faraone è stato “Dentro la cornice d’argento” per la
storia di Daniele, ragazzo autistico senza il padre e per cui la madre, Giovanna,
fa di tutto. Daniele si agita per tutto, ogni minimo rumore a lui dà fastidio e
ogni giorno, Giovanna, fa il giro della città per fare felice il figlio. Ci
sono molte frasi che mi hanno colpito del testo, ma una tra le più
significative è: “La beffa di una disabilità come l’autismo è che non si vede
nei tratti fisici dei corpi a cui si aggrappa. Non lo puoi scovare nel pancione
della mamma in gravidanza, non lo trovi nemmeno dopo. Si mimetizza
perfettamente”. Secondo me descrive al meglio i sentimenti che i genitori di
ragazzi autistici provano quando lo scoprono. “Mi hai preso per mano e guidato
dentro una realtà sconosciuta. Mi hai insegnato la libertà dell’acqua, del suo
movimento, dell’imprevedibilità del suo scorrere. Per fortuna ti ho seguito perché
soltanto così ho potuto comprendere che l’amore non ammette paragoni”. Questa
frase descrive l’amore incondizionato che un genitore prova per il proprio
figlio, nonostante l’autismo, credo davvero sia una cosa bellissima. Leggendo
il libro però, ho anche compreso che la possibilità di avere una vita serena,
nonostante l’autismo, non è per tutti. Ho letto di persone autistiche che
venivano chiuse nei manicomi e non aiutate con i giusti mezzi. Un’altra storia
emozionante è quella di Andrea, un bambino di 8 anni che un giorno, entrando in
classe, l’ha trovata vuota perché i genitori degli altri bambini avevano creato
un gruppo Whatsapp, in cui si erano messi d’accordo per non portare i figli a
scuola. Tutto questo perché ritenevano Andrea pericoloso per le sue crisi. E’
stato veramente doloroso leggere svariati passi in cui si descrivono esempi di
non inclusione; per me atteggiamenti tali sono da considerarsi proprio
cattiveria, disumanità nei confronti del prossimo, solo perché lo si considera
lontano dai canoni che la nostra società ci ha imposto da quando siamo nati. Conosco
una donna, Paola, che fino a poco tempo fa veniva a Karate con me. Anche lei è
affetta da autismo e quando ci allenavamo stavamo sempre insieme. Le parlavo e
mi piaceva stare con lei. Si è affezionata tanto a me e adesso che ho lasciato
Karate, ogni tanto mi scrive per sapere come sto e se mai tornerò ad allenarmi.
Secondo me l’autismo non è una restrizione ma una possibilità di vedere e
vivere la vita in maniera diversa, nuova, originale. Penso sia giusto includere
le persone autistiche in tutte le attività e soprattutto cercare di farle
sentire bene anche nella società in cui tutti viviamo.
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