"Quando Hitler rubò il coniglio rosa" di Gaetano Cellura (classe IID)

È da un paio di giorni che siamo chiusi in casa, a causa di un incendio avvenuto in una discarica della nostra città, che ha provocato una nube di fumo tossico, nocivo per noi cittadini. In questi giorni, però, ricorre una data molto importante, il 27 Gennaio, ormai da molto tempo celebrata in tutto il mondo come “la Giornata della Memoria”.La storia di questo avvenimento ci riporta indietro nel tempo esattamente al 27 Gennaio 1945, quando al termine della seconda guerra mondiale, i cancelli di Auschwitz furono abbattuti. Quel giorno, col passare del tempo, assunse un significato simbolico: la fine dello sterminio degli ebrei per mano nazista. In occasione di questo evento, la nostra prof di italiano ci ha consigliato di vedere un film, trasmesso mercoledì 24 Gennaio su Rai Uno intitolato:” Quando Hitler rubò il coniglio rosa”. Il film racconta la storia di Anna, una bambina di 9 anni e suo fratello Max di anni 12, ebrei benestanti costretti a fuggire con la famiglia in Svizzera nel momento in cui Hitler sale al potere. Ma le cose non vanno per il verso giusto e i quattro sono costretti nuovamente a trasferirsi a Parigi, ma ben presto si trovano in una situazione di disagio economico, e i ragazzi nonostante riescano a frequentare la scuola, ancora una volta sono costretti a lasciare tutto e trasferirsi in Inghilterra, dove per il padre è giunta una proposta di lavoro più stabile. Il film racconta la discriminazione degli ebrei vista attraverso gli occhi di una bambina, e nonostante l’odissea che è costretta a vivere con la sua famiglia e l’infanzia rubata dai nazisti ( cioè il suo coniglio rosa lasciato a Berlino), il sentimento che viene fuori da tutto questa oscurità è quello della fiducia e dell’amore che tiene unita una famiglia nonostante gli ostacoli e le atrocità vissute in quel periodo storico. Infatti c’è una frase che dice Anna durante il film che mi ha colpito e mette in evidenza la sua forza d’animo, la frase in questione è :” L’amore è la miglior medicina”, quell’amore reciproco verso i propri simili che l’uomo ha dimenticato sia nel passato, compiendo gli orrori citati, sia nel presente, ripetendo gli stessi errori (vedi la guerra in Ucraina). Ed è proprio per questo motivo che nonostante tutto e tutti i problemi che attanagliano la nostra epoca, non bisogna dimenticare né il passato per evitare il ripetersi di queste tragedie, né i sentimenti buoni che l’uomo può trovare scavando dentro di sé, che sono la forza necessaria per sconfiggere la malvagità che a volte annebbia il genere umano.



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