Lettera alla mia città
Licata, 03 febbraio 2024
Mia cara Licata,
ancora una volta
ti hanno messo in ginocchio. Come vorrei riuscire a fare qualcosa per aiutarti,
per farti rinascere. Non so come fare. Certo, lo so, siamo tutti tessere di uno
stesso puzzle e ciascuno di noi dovrebbe fare il proprio dovere per tutelarti,
ma questo spesso non accade e l’egoismo di molti rischia di soffocarti. Sei stata inghiottita da una nube tossica e
maleodorante per il gesto sconsiderato di qualcuno che non ha valutato le
conseguenze delle proprie azioni. Il
rogo ci ha costretti a rimanere chiusi in casa e per un attimo ho pensato con
terrore al ritorno del lockdown. Forse questi giorni sono stati anche peggiori
di quelli vissuti tempo fa perché non abbiamo potuto aprire le finestre, né
siamo stati liberi di uscire e andare in giardino o all’aperto lungo le strade
o a fare belle passeggiate in spiaggia per respirare aria pura a pieni polmoni.
E sì, mia bella Licata, ci hanno privato della libertà, hanno minacciato la
nostra salute. Ma hanno capito che sei la nostra casa, da pulire e da curare?
Ora che il cielo è più limpido, privo di quella densa nube che l’ha ricoperto,
riesco a scrutare i suoi colori e a vedere intorno a me la meraviglia dei tuoi
paesaggi.
Ti auguro di
cuore che situazioni simili non ritornino più e che i tuoi cittadini siano
sempre più in grado di tutelarti e compiere scelte sempre più rispettose nei
tuoi confronti.
Con tutto l’amore che ho
Martina
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