"IO, BULLO" di Chiara Caci (classe IID)
Quest'estate ho avuto modo di leggere alcuni libri, ma tra
quelli letti, quello che mi ha maggiormente colpito per le tematiche trattate,
ma anche per la semplicità con cui vengono affrontate, è il romanzo scritto da
Giusy Parisi intitolato "Io
Bullo". Ciò che rende questo
romanzo diverso è il fatto che affronta il bullismo dal punto di vista del
bullo. Il bullismo è un insieme di atteggiamenti sociali di forma violenta che
si assumono nei confronti di soggetti considerati più deboli. Questi atti di
violenza possono essere di varia natura: fisici, verbali e addirittura anche
psicologici e ciò può portare a far credere alla vittima di essere realmente
più debole e condurla anche al suicidio o al coma come accade a Danilo.
Il protagonista del romanzo tratto da una storia vera
è Alessandro, un ragazzo di 13 anni che vive
in una delle periferie più difficili di Palermo. Dopo l'arresto del padre, accusato ingiustamente di omicidio, è costretto a prendere le
redini della famiglia, ciò lo segna profondamente al punto di arrivare a creare
una corazza intorno a sé e fingere di essere più forte di quanto sia e più sicuro, quando in realtà non lo è veramente. La
sua aggressività deriva da una scarsa autostima e la sua rabbia da una difficile situazione familiare. È convinto che mostrare agli altri la sua sicurezza lo rende
più forte e che mostrarsi debole lo rende più attaccabile agli occhi degli
altri come gli aveva insegnato anche suo padre e questo è il motivo per cui si comporta da bullo prendendosi gioco dei compagni
che ritiene più deboli, per fargli del male.
Ma il bullo non agisce mai da solo, come afferma e spiega anche la
professoressa De Lisi in questo libro, ma in
branco, ha al suo seguito almeno 1,2 o 3 amici, che vengono definiti
dall'autrice "fedelissimi" perché
privi di una vera identità ma rappresentano l'ombra del bullo. Ed è proprio
questo a rendere il bullo più forte, per non parlare del resto della classe che
pur di evitare di andare incontro al bullo e
di dare aiuto e appoggio alla vittima
preferisce stare in silenzio. Tra le frasi scritte dall'autrice ne voglio
citare una che mi ha particolarmente colpita:<<Stare in silenzio e far
finta di non vedere né sentire non significa starne fuori>>, è proprio
così, si dice: "chi si fa i fatti suoi campa cent'anni" ma la
coscienza sporca invece no, perché se si fa del male a qualcuno lo si ricorderà
a vita, e non parlare non significa starne fuori, anzi proprio il non prendere
una posizione è la cosa più brutta che possa mai esistere. Bisogna schierarsi
dalla parte della vittima e difenderla, non stare in silenzio, si dice che "chi tace
acconsente" in questo caso è proprio così. I bulli passivi tacendo acconsentono
a queste azioni che fanno soffrire la vittima,
isolandola. Io personalmente non ho subito atti di bullismo, ho avuto modo di
conoscere dei bulli e in quel caso io mi sono schierata dalla parte della
vittima e l'ho difesa, mentre il resto della classe era contraria, non appena
ho iniziato a consolarla anche altri compagni l'hanno fatto. Non bisogna avere
paura, ma bisogna affrontare la realtà, mettersi faccia a faccia con il bullo e
chiarire la situazione. Bisogna denunciare i fatti, parlandone con un adulto,
che esso sia un professore, un genitore che può aiutarli ad avere coraggio per
affrontare il bullo da soli. Bisogna far cambiare il bullo non con la violenza
o le minacce,
ma con le parole, con semplici gesti che gli facciano capire che non è da solo,
e che mostrare le proprie insicurezze
in realtà non è così brutto come sembra. Ognuno di noi ha sia un punto di forza
che di debolezza, abbiamo i nostri pregi e anche i nostri difetti e mostrarli
in realtà non
è così brutto, potrebbe anche essere una cosa positiva. C'è chi afferma che
veder piangere un uomo sia una cosa da "femminuccia" ma in realtà non
è una cosa così tanto negativa, perché quell'uomo sta mostrando sensibilità e
ai giorni d'oggi è un pregio che non tutti
hanno. Il protagonista riesce a cambiare grazie all'aiuto della sua insegnante,
non è una cosa tanto negativa affidarsi agli altri per chiedere aiuto. E proprio grazie a questo riesce a rendersi conto che i suoi
atteggiamenti nei confronti dei compagni, che credeva fossero semplici scherzi
in realtà provocavano rabbia, dolore, delusione, insicurezza. Si rende conto di essere insicuro e se negli anni si è
comportato in questo modo lo ha fatto solo per
questo e che i suoi comportamenti hanno condotto anche un suo compagno al coma.
Da quel momento in
poi inizia a cambiare con lui e a diventare anche suo amico. Questo libro ci
insegna non solo ad avere il coraggio di affrontare chi sembra più forte di
noi, ma anche a non stare in silenzio e ad aiutare chi si trova in difficoltà.
Anche chi in apparenza può sembrare forte in realtà nasconde qualcosa di molto
profondo, un dolore che non riesce a manifestare e che cerca di nascondere
cambiando il suo carattere e il suo modo di fare.
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