"Alla scoperta del Fondo Librario Antico" di Giuseppe Vecchio (03/06/2011, classe IID)
Che esperienza d’altri tempi, ragazzi!
Stamattina la mia classe, guidata dalle prof, Vincenza Amato e Katia
Costanza, ha percorso per la prima volta i corridoi del nostro plesso per
tuffarci nel passato! Non ci crederete: abbiamo visitato il Fondo Librario
Antico di Licata, sezione distaccata della Biblioteca Comunale "Luigi
Vitali", custodito appunto nei locali dell’ex convento di San Francesco,
nonchè plesso “G. De Pasquali”, cioè la mia scuola. Questo è una sorta di
“angolo delle meraviglie”, creato grazie al recupero di testi, alcuni dei quali
trovati all’interno di sacchi neri, abbandonati nel palazzo di città, e oggi,
fortunatamente, recuperati per conservare e valorizzare la memoria locale.
Siamo stati accolti con grande disponibilità dal dott. Angelo Mazzerbo bibliotecario
responsabile, da Gervasio Mallia e da Alessia Di Turillo, tirocinante dell’Università
di Palermo, dai quali abbiamo appreso che il Fondo è stato istituito il 30
dicembre 1991, che raccoglie manoscritti, volumi a stampa editi tra il 1475 e
il 1830 e una corposa documentazione archivistica; che il suo patrimonio
librario è costituito da 17 incunaboli, 290 edizioni del XVI secolo, 1.752
edizioni del XVII secolo, 3829 edizioni del XVIII secolo, 521 edizioni del XIX
secolo e 65 manoscritti, per un totale di 6474 volumi provenienti dalle
biblioteche dei conventi del Carmine, di S. Francesco, dei Padri Cappuccini,
dei Minori Osservanti, di S. Domenico e di S. Angelo. La sezione archivistica è
composta dall'Archivio Storico del Comune di Licata, dall'Archivio delle
Famiglie Cannada, Frangipani, Cannarella, dall'Archivio Notarile e dall'
Archivio dello storico Calogero Carità. Tutti i libri sono stati
realizzati con carta filigrana, fogli composti da indumenti (lino e cotone),
messi prima a macerare in acqua e ridotti in poltiglia, poi posti su un telaio
pressato per liberarli dell’acqua ed infine stesi con l’amido. Il dott.
Mazzerbo e i suoi collaboratori
accolgono ogni anno circa
2.000 appassionati di storia antica, soprattutto studenti che si dilettano ad
immergersi nella lettura in questo luogo dove il tempo sembra essersi fermato.
Tra questi appassionati
visitatori ci siamo anche noi, i ragazzi della 2^D, chiassosi ma privilegiati
per aver avuto l’incredibile opportunità di visionare e sfogliare alcuni volumi
custoditi qui. Abbiamo viaggiato indietro nel tempo, forse di cinque secoli, ma
in pochissimi minuti ed è proprio questo l’aspetto più entusiasmante. In
particolare, abbiamo osservato un manoscritto, con una pagina iniziale vuota,
detta foglio di guardia, con un’altra con disegni di angeli e con il timbro
della chiesa indicante la sua approvazione. Questo libro è stato volutamente
preso in considerazione perchè riporta alcune informazioni sull’Inquisizione,
argomento da noi studiato proprio in questi giorni; in particolare, contiene
una denuncia da parte di Pietro Rametta e Giuseppe Siculuna nei confronti di
Felice Lauria, accusato di stregoneria. Il dottor Mazzerbo inoltre ci ha
mostrato il famigerato Indice dei libri proibiti, cioè l’elenco stilato dalla
Chiesa durante l’Inquisizione in cui erano riportati tutti i titoli dei libri proibiti
ai cristiani. Abbiamo potuto ammirare pure una sorta di manuale del perfetto Inquisitore! Ma il documento a parer mio più interessante è quello redatto dal revisore
dei conti di Licata in cui si parla dei soldi necessari per la manutenzione
degli strumenti di tortura utilizzati proprio nel nostro paese per far
confessare i malcapitati accusati di stregoneria. Abbiamo letto perfino i nomi degli inquisitori licatesi del 1500! L’argomento ci aveva già
affascinato in classe perché nell’ora di storia avevamo visto un video sul Grande
Inquisitore Tommaso de Torquemada, ma sembravano cose molto lontane dal nostro
mondo! Io e i miei compagni per la prima volta stamattina abbiamo potuto
toccare con mano per la prima volta la storia e renderci conto che le cose
studiate sui libri di storia sono accadute invece proprio nel posto dove siamo
nati!
Che dire… ci voleva proprio
qualche oretta da trascorrere in un luogo dove ancora l’antico suscita
interesse e curiosità da parte dei giovani!
Buona lettura e
alla prossima “storia di carta”!
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