"Nonsolotradizioni" di Carol Morinello (classe IID)

Come descrivere Halloween? Potrei iniziare così: si tratta di una festa abbastanza inquietante, che si festeggia in America il trentuno ottobre, il suo significato è appunto “festa dei morti viventi”. Qui in Italia si festeggia la festa di tutti i santi e i morti l’uno e il due di novembre, però da qualche decennio anche in Italia, soprattutto in certi paesini, questa festa è abbastanza sentita. Io per esempio qualche anno fa, in questo periodo, sono stata a Valdengo in provincia di Biella, il quartiere era molto caratteristico, abbiamo trascorso una bellissima serata con la mia famiglia e altre coppie di amici, prima in un locale e poi siamo andati in giro a passeggiare per le vie del paese. Le case e le villette erano veramente suggestive, tutte illuminate e addobbate a dovere, sugli usci delle case si vedevano: zucche intagliate, scheletri, fantasmi, ragnatele gigantesche e le persone quando aprivano le porte erano davvero spaventose ma allo stesso tempo così gentili, infatti ci offrivano calderoni pieni di qualsiasi tipo di leccornie. Quest’anno io e le mie compagne lo festeggeremo a casa di Carla, ognuna di noi porterà qualcosa di delizioso da poter condividere. La sera scenderemo a prendere le pizze e poi andremo a comprare qualche dolcetto. Dato che siamo un po’ cresciute per indossare dei costumi, abbiamo deciso di vestirci tutte di nero, anche se secondo me potremmo mettere anche qualcosa di rosso perché richiama il colore del sangue.  Fin ora ho parlato delle usanze della festa americana ma adesso vi parlerò di come si svolge la festa in Italia. Come ho detto prima qua da noi si festeggiano” tutti i santi e i morti”. La mattina del due si va al cimitero a trovare i parenti defunti poi il pomeriggio solitamente si trascorre in famiglia a preparare dei dolcetti molto buoni tipici della Sicilia: “La frutta Martorana” che viene realizzata con pochi semplici ingredienti mescolati tra loro: pasta di mandorla, zucchero e miele. La frutta Martorana viene infine decorata con i colori alimentari, si ispira ai vari frutti dalla quale trae l’ispirazione e infine confezionata dento delle ceste molto caratteristiche. Questi dolcetti prendono il loro nome da “Eloisa Martorana”. La leggenda narra che un giorno di fine ottobre arrivò al convento una lettera inaspettata da parte del re, che curioso di vedere con i propri occhi il giardino delle benedettine sempre stracolmo di frutti, di cui si era tanto parlato nel regno, annunciava a breve una sua visita. Quella notizia gettò subito nello sconforto la madre superiore e le altre religiose: poichè  in autunno, infatti gli alberi sono tristi e spogli, senza fiori e senza frutti. Fu la suora cuciniera a trovare una soluzione: aveva inventato la ricetta di un dolce a base di mandorle e miele, da offrire al re, dolcetti morbidi e facili da modellare a proprio piacimento. Bisognava farli asciugare un paio di giorni ed erano pronti per essere serviti. L’originale idea era di realizzare con l’impasto dei fruttini dipinti talmente bene da sembrare frutta vera. Così arrivò il giorno tanto atteso, dopo che il sovrano entrò nel chiostro fece una breve pausa e poi disse: “Devo farvi i miei complimenti, madre. Il vostro è l’unico giardino in tutto il regno ad avere degli alberi così carichi di frutti maturi. Viene quasi voglia di assaggiarli.” Poi staccò una grossa arancia per sbucciarla e solo allora si accorse che non era un vero frutto. Sopraffatto dal dolce inganno scoppiò in una grossa risata. Allora la madre compiaciuta disse che quei frutti erano stati realizzati in onore del re e lui promise di ritornare in primavera per ammirare lo splendido giardino. E volle dare un nome a quei gustosi dolcini chiamandoli: “Dolcetti in pasta reale o in pasta di mandorla.”


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