Un cerotto per tutte le ferite
di Alessia Graci (Classe I A)
Sulla mensola della mia cameretta si
trova Minnie, un peluche a cui sono molto affezionata. Indossa un vestito rosa
chiaro e porta in testa un fiocco a pois. I miei genitori me la regalarono
quando compii 4 anni e da quel giorno non l’ho più lasciata. Dormiva ogni notte
accanto a me e l’abbracciavo come se fosse la mia mamma, lì pronta a
coccolarmi. È un peluche davvero importante per me e, quando l’osservo, ancora
oggi sorrido. Crescendo mi ha fatto compagnia come una sorella. Quando piangevo,
abbracciandolo, mi coccolavo e ciò mi riempiva il cuore di pace e serenità.
Facevo sempre finta che Minnie fosse la mia modella e io la sua stilista: la cambiavo,
la truccavo e la pettinavo. Quando uscivo non mancava mai: la mettevo in un
passeggino come se fosse una vera bambina e la portavo con me ovunque. Compravo
per lei tutto ciò che potesse servirle: un ciuccio, un biberon, dei nuovi
vestitini. Era la mia principessa. All’età di 8 anni ho deciso di darle un
nome: Cuoricino, perché il mio cuore, quando la vede, si riempie di felicità.
Ancora oggi, quando sono triste, l’abbraccio e tutto passa. È la mia medicina,
un cerotto per tutte le ferite. La notte prima di dormire non può mancare un
abbraccio e davanti ai film divertenti, stringendola forte, tante belle risate.
Cuoricino non è un semplice peluche, rappresenta la mia infanzia. Non smetterò
mai di volerle bene.
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