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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

"L'AMICIZIA AMOREVOLE CHE ODIO" di Salvatore Incorvaia (classe IIE)

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"Amore fortunato o sfortunato" potrebbe essere un altro titolo di questo racconto. La vicenda è ambientata a Licata che si trova in Sicilia. Sono Salvatore e ho 12 anni, sono un ragazzo a cui finora dell'amore con un'altra persona non interessa proprio nulla. Dell'asilo ho molti ricordi, ma di tutti quelli che ci possono essere, cioè  avventure con i miei compagni, litigate e altro, ho scelto proprio questo ricordo. All' inizio dell'anno 2017 venne all'asilo una piccola bambina di 4 anni, di cui non ricordo neanche il nome, ma sono sicuro che non mi piaceva neanche quello. Era una bambina molto appiccicosa, in tutti i sensi, e certe volte anche pazzerella. Uno di quei giorni di inizio anno, mi abbracciò, e da lì mi fece capire che lei era innamorata di me, ma io, furbo qual ero, cercavo sempre di farla rimproverare dalla maestra o di staccarmi. Mia nonna, una donna con molta forza, coraggio e felicità, un giorno mi venne a prendere all'asilo, ma qu

"SE FOSSI UN UOMO LE MIE MANI PLACHEREI" di Viola Profeta (classe IIE)

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 Se fossi un uomo, le mie mani placherei. Se fossi donna, come son stata fatta, denuncerei. Se fossi genitore, vorrei una figlia attraente e bella. Se fossi una bugia, sarei stata appena detta, buona e bella. Se fossi un bullo, terrei la bocca cucita. Se fossi un’insegnante, gli occhi sempre aperti avrei  e non baderei solo agli affari miei. Invece, se fossi la vittima, coraggiosamente non la farei finita. Se fossi una guerra, manderei tutti dai propri familiari. Essendo pace, regnerei fin dove si respira, magari. Se fossi un cattivo, dunque, i liberi renderei finalmente solari. Se me medesima fossi il capo di tutto e tutti, lascerei il dolore e tutti i lutti, farei risplendere i visi prima che diventino brutti.

"Parola al Minotauro" di Eliana Sanzone (classe IE)

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 Mi chiamo Asterio, ma forse non mi riconoscerete mai con questo nome. Per voi sono solo il mostro, l'aberrante figlio di un amore che non sarebbe mai dovuto nascere. Ma io, da dentro il mio labirinto, vedo la vita in modo diverso. Non sono sempre stato questa creatura che tutti temete, non sempre sono stato prigioniero di queste mura che mi imprigionano. Un tempo ero un bambino, un bambino che non chiedeva nulla, un bambino nato da una maledizione. Mio padre, il re Minosse, aveva il dovere di governare Creta, eppure, in uno dei suoi momenti più oscuri, fece un patto con Poseidone, ma non riuscì a rispettarlo. Fu allora che il dio del mare gli inviò un toro magnifico, e lui, in segno di sfida e di superbia, rifiutò di sacrificare l'animale, che avrebbe dovuto essere offerto come segno di rispetto. E come punizione Poseidone fece in modo che sua moglie Pasifae si innamorasse di quell'enorme toro bianco. Io nacqui da quel peccato, e forse, in qualche modo, rappresento la vend

"GLI DEI GRECI E IL MOSTRO EVOCATO DA CRONO" di Vittorio Rigo (classe ID plesso Greco)

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  GLI DEI GRECI E IL MOSTRO EVOCATO DA CRONO Zeus, un giorno, era tranquillo sul Monte Olimpo. Poseidone lo avvisò di un mostro evocato dal loro padre Crono rimasto sott’acqua dormiente. Zeus disse di non svegliarlo perché gli avrebbe portato solo un grossissimo problema. Dopo alcuni giorni il mostro si risvegliò a causa del tridente di Poseidone, allora gli dei lo andarono subito a combattere ma questo mostro aveva la corazza molto dura, le zampe giganti e non aveva punti deboli. Per sconfiggerlo serviva un’arma divina chiamata “Spada del cielo” ma per procurarla servivano un diamante universale, quattro rocce ardenti e un lingotto di smeraldo; quindi i figli di Zeus andarono a cercare questi elementi per costruire la spada mentre Zeus e i suoi fratelli combattevano il mostro. Apollo si mise a cercare il diamante universale, Atena le rocce ardenti ed Ares il lingotto di smeraldo.   Dopo lunghe ore, finalmente tutti trovarono quello che cercavano.   Apollo, Atena e Ares andarono