"I PROMESSI SPOSI OVVERO IL BENE CONTRO IL MALE" di Francesca Incorvaia (classe IIID)
Il celeberrimo Alessandro Manzoni, scrittore, poeta e drammaturgo italiano, considerato anche il padre del Romanticismo italiano, è famoso per la sua celebre opera I Promessi Sposi. Quest’opera, scritta da Alessandro Manzoni tra il 1821 e il 1823, narra la storia di Renzo e Lucia, due giovani innamorati che vogliono sposarsi ma vengono ostacolati dal prepotente Don Rodrigo, deciso a impedire il loro matrimonio. Attraverso un viaggio fatto di ingiustizie, pestilenze e colpi di scena, i protagonisti affrontano le difficoltà con fede e coraggio, fino a trovare finalmente giustizia e pace grazie all’intervento della Provvidenza Divina.
In quest’opera troviamo personaggi popolari come, ad esempio, Renzo e Lucia (i protagonisti) e personaggi ricchi, colti, nobili, potenti, come Don Rodrigo. Personaggi come Don Rodrigo si sentono insuperabili, potenti su tutto e tutti, in grado di ottenere ciò che desiderano solo grazie alla loro posizione sociale. Possiamo anche considerarli persone insensibili: infatti, Don Rodrigo vuole conquistare Lucia solo per una scommessa, non tenendo conto che Renzo e Lucia si amano e il loro amore è amore puro, profondo e vero!
Nel romanzo ci sono scene che ritraggono momenti di violenza e prepotenza, solitamente commessi da ricchi e nobili nei confronti di personaggi umili. Questo ci fa riflettere su situazioni simili che accadono ancora oggi, in cui spesso troviamo persone che si sentono forti e prepotenti, come Don Rodrigo, contro persone deboli, umili e semplici, come Renzo e Lucia.
Attualmente, i “prepotenti” non sono solo individui, ma anche sistemi. Sentiamo parlare di bullismo o cyberbullismo, ingiustizia sociale: tematiche che affrontiamo tutt’oggi. Questi sono solo alcuni esempi di come il potere possa essere usato per opprimere i più deboli. Considero il bullo simile a Don Rodrigo: una persona prepotente, che desidera mantenere il controllo sugli altri ignorando la dignità umana. La vittima, pur possedendo una dignità, si sente spesso impotente, considerata fragile e debole. In questo senso, Renzo e Lucia non possono opporsi a Don Rodrigo a causa della loro posizione sociale.
Nonostante tutti gli ostacoli, il romanzo si conclude con la sconfitta dei prepotenti e crudeli, mentre i “buoni”, cioè le persone umili e semplici, sopravvivono. I protagonisti, finalmente, riescono a sposarsi. Questo ci fa comprendere che Dio, alla nascita, ci dona la libertà di scegliere tra il bene e il male.
Scegliere di fare il bene significa amare il prossimo, perdonare, accettare ciò che la vita ci offre e accogliere chi ha bisogno. Scegliere il male, invece, significa agire con cattiveria e crudeltà, senza rispettare la vita degli altri. Possiamo considerare il bene come una “giusta condotta”, mentre il male ne rappresenta l’esatto opposto.
La Divina Provvidenza, all’interno di questo bellissimo e intenso romanzo, ha un ruolo centrale: essa emerge nella contrapposizione tra gli umili (intesi nel senso più buono del termine) e i malvagi e prepotenti. Renzo e Lucia, i protagonisti, incarnano meglio di tutti il ruolo della Provvidenza nelle loro vite, credendo che essa si manifesti nel bene che Dio dona a coloro che lo meritano. Tuttavia Manzoni sottolinea una visione più profonda della Provvidenza: essa rappresenta l’intervento divino che ci aiuta a comprendere come, pur nella sofferenza causata dal male, il bene trionfi sempre.
Non ci si deve concentrare solo sulla giustizia terrena (che, seppur necessaria, non sempre si realizza), ma si deve dare importanza a quella divina. Come diceva Padre Pio: “Dove non arriva la giustizia terrena, arriva quella divina”. Dio arriva dappertutto e vede tutto. Manzoni vuole evidenziare che la felicità eterna non coincide con il conseguimento della giustizia su questa terra, ma con la fede in Dio e nella vita eterna, dove il bene regnerà per sempre. La vita (intesa come bene) vincerà sulla morte (intesa anche come cattiveria dell’anima). Tornando al romanzo, Renzo e Lucia, nonostante le molte vicissitudini che devono affrontare (e i momenti di sconforto causati dalla cattiveria umana), rimangono sempre fedeli al loro credo: confidano che Dio operi nella loro vita e li protegga. Essi credono che Dio abbia un disegno meraviglioso per loro, e questa speranza li aiuta a non lasciarsi sopraffare dallo sconforto. La fede dona a Renzo e Lucia la forza e il coraggio di credere in un’eternità felice, che inizia già su questa terra, se ci si affida a Dio.
I Promessi Sposi, oltre a essere uno dei romanzi più belli mai scritti, offre spunti di riflessione molto importanti, che possono arricchire ciascuno di noi. Concludo questa mia riflessione con una frase che porterò sempre con me, tratta dall’ottavo capitolo. In uno dei passi più toccanti del romanzo, Lucia, sfuggendo dal suo paese natio, teme di non poterci più ritornare e pronuncia queste parole:
“Dio... non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.”
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