"CARA MAESTRA" di Angelo Bonfissuto (classe IID) 18/03/2022 Cara maestra, ti scrivo questa lettera per raccontarti la mia adolescenza. È da tanto che non ci vediamo, in classe abbiamo passato momenti belli. Adesso mi trovo in seconda media, sembra strano ma è così, sono stato bocciato due volte, ma adesso voglio impegnarmi per andare alle superiori. In questi anni ho conosciuto tanti professori e professoresse. La scuola media è diversa dalle elementari, ci sono tanti professori per materie, nella mia classe siamo ventiquattro alunni, la maggior parte sono femmine. Mi ricordo quando mi dicevi che ero molto intelligente e furbo, però non mettevo la volontà! Sono passati tanti anni, adesso ho quindici anni e sono uscito dalle elementari a dieci anni, il pomeriggio vado a lavorare con mio fratello nei cantieri navali, dipingo yacht, catamarani e barche a vela, appena esco da
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"LETTERA AD UN BAMBINO UCRAINO" di Salvatore Incorvaia (classe IID) Licata, 18/03/2022 Caro Vladimir, mi dispiace per quello che è successo, la guerra nel tuo paese. Ho guardato la tv e ho visto che siete scappati con le mamme o anche che non avete acqua e per bere avete aperto il termosifone. Sto facendo la richiesta per offrire un letto, da mangiare e da bere a una famiglia che è scappata come te. Prima o poi toccherà pure a noi fare la guerra, perché Putin ci sta mettendo alle strette, ancora a noi resta tempo, ma voi non ne avete più. Chissà dove ti trovi ora, come stai, se ti manca la tua città, i tuoi amici, i tuoi giocattoli. Sicuramente ti hanno inserito in una scuola italiana, ma tu ovviamente ancora non sai parlare l’italiano. Non posso capire come ti senti, ma posso capire come stai, perché ora io
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"VOGLIAMO LA NOSTRA PRIVACY!" di Giorgia Re (classe III F) L’adolescente tende spesso a confidarsi con i propri coetanei riguardo alle cose che gli succedono, le esperienze vissute, le prime cotte, o ancora le celebrità che ammirano e i propri idoli. Questo perché con i genitori non ci si sente a proprio agio. Pure a me succede questa cosa, ai miei genitori non dico quasi niente, a meno che non siano cose essenziali o comunque quelle che non riguardino la mia vita privata. Non so come mia madre faccia, ma le cose di cui non le parlo le viene a sapere comunque! Se invece tali informazioni le scopre ma non ha abbastanza dettagli, comincia a controllare il mio telefono. Molti dei genitori lo fanno. Io la ritengo una cosa sbagliata, perché non si lasciano adeguati spazi alla vita privata dei propri figli. Voglio perciò porre una domanda a tutti i genitori che si sentono presi in causa: -Perché dovete intromettervi nella nostra vita da adolescenti? Siamo in grado di affrontare l
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"E' GIUSTO CHE I GENITORI CONTROLLINO I CELLULARI DEI FIGLI" di Matilde Lauria (classe III F) L’adolescenza è il periodo più delicato della crescita, dove si è troppo piccoli per fare alcune cose e troppo grandi per altre. Durante questa fase molto spesso il rapporto che si ha con i genitori tende a diventare sempre più freddo e distaccato. Anche io ho notato che quando messaggio con i miei amici o parlo a telefono, mia mamma si mostra molto incuriosita e molto spesso controlla il mio telefono guardando i messaggi e le foto con i miei amici. Puntualmente mi arrabbio e vado nella mia stanza e non parliamo per un po’. Solo in questo periodo sto capendo quanto è veramente pericoloso il mondo e capisco anche la curiosità di mia mamma nel controllarmi per proteggermi. Il motivo per cui si parla con i coetanei e non con i genitori è perché spesso si prova imbarazzo a raccontare di una cotta , di un problema e tante altre cose che riguardano proprio l’adolescenza. Una cosa
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Grazie, grazie perché...non c'è un perché! Grazie per essere te, sì te stesso al naturale, severo, ma dolce, antipatico, ma... antipatico sì. Grazie per essere come sei, per essere una persona che le cose le dice una volta, perché così ho imparato ad ascoltare. Grazie per essere una persona che quando c'è il telegiornale non vuole che voli una mosca, perché così ho imparato a scegliere quello al posto di qualsiasi altro cartone. Grazie per essere una persona che ha sempre creduto in me anche quando tutto il mondo mi stava crollando addosso, perché così ho imparato ad avere fiducia in me stessa. Grazie perchè quando qualcuno mi butta giù di morale, tu cerchi sempre di rialzarlo in qualsiasi modo possibile ed immaginabile. Ed infine grazie, grazie per essere mio padre.
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“Luca e Alba: amore a prima vista” di Rita Santamaria (classe III C) Adottare un bambino, che sia down, con nessun problema di salute, che sia cinese, polacco, americano, sloveno, africano, è sempre impegnativo. Ci vuole molta tenacia, pazienza e tanto amore da riuscire a trasmettere, per fare da “genitore” a bambini che non hanno avuto la fortuna di crescere nella famiglia biologica. Luca Trapanese, un ragazzo single omosessuale, pochi anni fa è riuscito ad adottare da solo una bambina down bellissima di nome Alba, nata da pochissimi giorni, rifiutata da molte famiglie, probabilmente, anzi sicuramente per la sua malattia genetica che colpisce tanti bambini. Lui, a differenza degli altri, ha portato la bambina a casa sua, prima in affido, poi in adozione, e la sta crescendo con amore. Non tutti però ancora nel 21° secolo approvano le adozioni da parte di coppie omosessuali o di un adulto single. C’è chi dice che i bambini crescono tra la vergogna e l’invidia degli altri bambini che
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"Un’esperienza nuova: tra gioco e competizione " di Giulia Pregadio (classe IID) La nostra scuola, nel mese di novembre di quest’anno scolastico, ha partecipato ai Giochi Matematici del Mediterraneo. Gli alunni che hanno partecipato alla prova finale a livello regionale, hanno prima superato una selezione di classe e, successivamente, una seconda d’Istituto. Le selezioni consistevano in test di logica, sequenze di numeri, domande con risposte aperte o multiple e altre tipologie di problemi che dovevano essere risolti in un’ ora e trenta minuti. Con la prima prova di classe, svoltasi il 15 Novembre, ho preso consapevolezza di come si articolava la selezione e del suo livello di difficoltà. Superata la prima prova, ho affrontato con determinazione e sicurezza, la seconda prova d’istituto, svoltasi il 13 dicembre 2021, che prevedeva anche problemi con le frazioni. La prova finale a livello regionale si è tenuta il 10 marzo scorso presso il plesso Vincenzo Greco dell’I.C
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"Sì all'eutanasia" di Matilde Lauria (classe IIIF) Ancora oggi in Italia l’eutanasia è una pratica illegale. Il termine deriva dal greco eutanasiá e significa eu =bene, thanatos =morte, ovvero procurare intenzionalmente e nel suo interesse la morte di un individuo, la cui vita è compromessa da una malattia terminale, menomazione o disturbo psichico. In Italia è stato approvato il suicidio medicalmente assistito, ovvero l’aiuto medico e amministrativo conferito ad un soggetto che ha deciso di morire tramite suicidio. Approvando l’eutanasia si eviterebbe di far soffrire molte persone, il cui destino è ormai segnato, senza far loro provare un ulteriore dolore . È pur vero che la vita è un dono di Dio e con l’eutanasia si rinuncia ad esso, infatti molte persone sono contrarie . In Svizzera il 27 febbraio 2017 è morto alle ore 11,40 un italiano, Fabiano Antoniani, conosciuto anche come dj Fabo. Era rimasto tetraplegico e cieco in seguito ad un incidente stradale e dopo i
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"No all'Eutanasia" di Alessandra Alesci (classe IIIC) Il termine eutanasia deriva dal greco e significa “buona morte” ma in pratica è un modo di porre fine alla vita di un individuo facendolo morire in maniera indolore. I telegiornali e molte trasmissioni hanno trattato più volte questo argomento, per il quale si sta cercando rimedio dato che non tutti gli stati sono favorevoli. “Sono qui per morire per mia volontà”, queste le parole di Pietro D’Amico, magistrato andato a Basile, in Svizzera per morire dopo aver falsificato dei documenti, lì considerati validi, perché stanco di vivere. Piera Franceschini, DJ Fabo, Davide Trentini invece erano tutti malati terminali che hanno chiesto di poter morire perché la scienza non poteva fare più nulla per curarli. Esistono vari tipi di eutanasia, ma sempre di morte si parla: diretta, quando il medico o chi per lui somministra intenzionalmente un’iniezione al paziente conducendolo alla morte; indiretta, quando ad esempio attraverso